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LE GUERRE PER LA LINGUA

  • personalenglishbs
  • 20 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 21 ott

IL LIBRO DEL MESE - OTTOBRE 2025

RECENSIONE DI MARIACRISTINA NATALIA BERTOLI, PhD


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Le guerre per la lingua: piegare l'italiano per darsi ragione di Edoardo Lombardi Vallauri, professore di Linguistica presso l'Università Roma Tre, edito da Einaudi nel 2024, approfondisce molti temi da sempre a noi cari a Personal English.


Il primo è che la lingua non è mera forma di comunicazione, ma è un vero e proprio stampo che determina la visione e segmentazione del mondo di chi la parla e, come tale, plasma anche il suo pensiero. Per questo, controllare una lingua è anche e soprattutto una forma di potere. Ben lo spiega Vallauri in questo libro quando afferma:

Sono in corso diverse battaglie per il controllo dell'italiano. Da sempre, chi riesce a controllare la lingua decide ciò che penserà la gente. Ma per decidere chi ha ragione su questioni di lingua non basta avere forti preferenze ideologiche: occorre essere davvero competenti su come essa funziona, e sui veri modi in cui influenza il nostro modo di pensare.


Il secondo tema che tocca è la questione della grammatica normativa come forma, appunto, di controllo. I comportamenti linguistici assurti a regole arbitrarie attraverso una canonizzazione selettiva e dogmatica da parte di un'autorità, tolgono al parlante la consapevolezza della variazione e delle logiche che stanno alla radice dei funzionamenti linguistici. In questo modo, si creano pappagalli che ripetono senza capire - molto comodo per il potere e per il controllo delle masse; assolutamente deleterio per lo sviluppo delle capacità critiche dell'individuo e, per estensione, del corpo sociale. Per questo da sempre a Personal English insegniamo la grammatica descrittiva, e non quella normativa, e cerchiamo di sviluppare le capacità di pensiero critico dei discenti attraverso la logica e la maieutica.


Ben discetta Vallauri sulla disonestà di questa forma di manipolazione:

Qualcuno potrà avere trovato eccessivo il nostro accenno all'idea che non sia onesto rappresentare il "problema degli step nel prossimo meeting" come un problema linguistico. Spieghiamo perché invece è proprio così. L'atteggiamento di "correzione" del comportamento linguistico è un trucco per fingere che sia giusta la nostra mentalità, e che siano sbagliate le mentalità che non ci piacciono. Perché è un trucco? Perché è molto difficile dimostrare che essere tradizionalisti o campanilisti sia giusto, e che essere dei manager americanofili sia sbagliato. Invece è molto facile sostenere che ci sia un giusto e uno sbagliato nella lingua: nella tradizione grammaticale ingenua della scuola (che i linguisti di professione cercano di relativizzare), la lingua è il regno del giusto e dello sbagliato. E guarda caso, di solito a essere giusto in fatto di lingua è il vecchio, il già consolidato, mentre il nuovo è sbagliato. Quindi chi non potrebbe asserire in modo convincente "tu sei diverso da me, e quindi sei sbagliato", può però dire "tu parli sbagliato". L'abitudine che nella lingua il nuovo sia meno giusto del vecchio si può usare come un'arma, sleale ma - fra gli ignoranti - efficace. (...) Ed è disonesto perché dà a intendere che sia errore quello che piuttosto è un modo nuovo di usare le possibilità della lingua.


Il saggio di Vallauri esplora anche altri aspetti interessanti, tra cui l'uso del maschile non marcato come legittima forma di neutralità, a discapito di tutte le estremizzazioni di genere viste nell'ultimo decennio.


Un libro interessante e intelligente che consiglio a quanti siano interessati a esplorare in modo approfondito, ma discorsivo e piacevole, le dinamiche di potere all'interno della lingua.


Mariacristina Natalia Bertoli ha conseguito il Dottorato in Letteratura Americana presso l'Università di Friburgo nel 2013. Dal 2014 si dedica all'insegnamento di lingua e comunicazione e nel 2015 ha fondato Personal English, di cui è Referente Didattica dal 2017.
Mariacristina Natalia Bertoli ha conseguito il Dottorato in Letteratura Americana presso l'Università di Friburgo nel 2013. Dal 2014 si dedica all'insegnamento di lingua e comunicazione e nel 2015 ha fondato Personal English, di cui è Referente Didattica dal 2017.

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